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A di Architettura e Autismo

Una fantastica avventura tra Architettura Lego e Autismo? Cosa avranno in comune? Oggi ce lo racconta Giulia.

Autismo e Architettura sembrano due parole completamente sconnesse eppure ognuno di noi, consciamente o inconsciamente, è influenzato dall’ambiente che lo circonda.

Questo vale anche per chi è autistico e in particolare, se immaginiamo di entrare in una stanza con una persona autistica, questa potrebbe trovarsi fortemente a disagio: sono state quindi elaborate delle linee guida per la progettazione di spazi destinati a persone autistiche.

L’uso delle linee guida deve essere affiancato alla conoscenza del sistema sensoriale: una persona può essere ipersensibile per cui il sistema sensoriale lascia passare tante informazioni che portano ad un sovraccarico sensoriale oppure iposensibile quando il soggetto si mostra indifferente all’ambiente che la circonda.

Ma ora, iniziamo subito a metterci in gioco con l’architettura!

Pensiamo all’illuminazione, sapete che le luci al neon contengono un’intermittenza costante?

Questa caratteristica per molte persone è impercettibile, al contrario molte persone autistiche sono sensibili a questa fastidiosa intermittenza. La soluzione migliore è sostituire le luci al neon con luci LED che ci permettono di risparmiare qualcosa anche sulla bolletta!

E il riscaldamento? I radiatori sono pericolosi soprattutto per le persone iposensibili che hanno una soglia del dolore molto più alta della media per cui è sempre consigliata l’installazione di un sistema di riscaldamento a pavimento!

STANZA ROSSA esempio di stanza non progetta tenendo in considerazione chi la vive e le sue esigenze. Di Giulia Franceschi con mattoncini Lego.

Anche le finestre possono essere pericolose, in particolare le tende potrebbero diventare un nascondiglio o qualcosa su cui arrampicarsi per cui è meglio optare per le finestre con le tende integrate nello spessore del vetro!

E se volessimo dipingere la nostra stanza quali colori dovremmo preferire?

Iniziamo scartando tutti i colori troppo accesi e stimolanti come il rosso e orientiamoci verso tutti i colori pastello dalle tinte tenui. Se vogliamo possiamo affidarci ai principi della cromoterapia e scegliere il colore in base all’effetto che desideriamo sul corpo e sulla mente: il blu ci rilasserà, il viola stimolerà l’apparato cognitivo e il giallo agirà sul nostro sistema digestivo.

Proviamo anche a non usare texture molto articolate ma concentriamoci sull’uso di colori diversi per il pavimento, la porta e la parete in modo da permettere il riconoscimento di ogni elemento che caratterizza l’ambiente e quindi un migliore orientamento spaziale.

L’arredo all’interno della stanza deve essere funzionale alle attività che vogliamo svolgere ma anche flessibile in modo da poter cambiare la conformazione della stanza per adattarla a diverse attività.

Non dimentichiamoci di allestire un piccolo spazio morbido dove riposarsi: un materassino, un divano e tanti cuscini colorati sapranno rispondere alla nostra esigenza.

Infine provate a pensare a come vi sentireste se non riusciste a riconoscere la posizione della cucina rispetto alla vostra camera da letto oppure la posizione del bagno rispetto alla vostra aula a scuola?

Proviamo a pensare agli spazi in modo tale che l’orientamento spaziale sia facilitato e riconoscibile e cerchiamo di usare il meno possibile i corridoi: questi spazi stretti e lunghi incentivano la corsa e creano un forte senso di disagio. Possiamo provare a costruire uno spazio di circolazione da attraversare per cambiare ambiente ma dove possiamo anche leggere o giocare!

STANZA BLU esempio di stanza progettata con attenzione. Di Giulia Franceschi con mattoncini Lego.

La voglia di condividere ciò ho imparato e di metterlo a disposizione di tutti mi ha portata a realizzare il sito www.ilpuzzleblu.com il cui obiettivo è creare una piattaforma che diventi un punto di riferimento e uno strumento divulgativo. Il sito vuole essere anche uno strumento di crescita tramite consigli, consulenze ed esperienze diverse nel mondo dell’autismo.

Infine da Maggio 2019 collaboro con un’associazione LEGO®, Valtellina Bricks, che si è fatta portavoce della promozione della lego®terapia per i bambini autistici. Ecco che così nel mio progetto hanno fatto il loro ingresso i LEGO®.

I mattoncini colorati sono un gioco durevole e anche accessibile: se con i Lego® possiamo dare forma alla nostra immaginazione, perché non usarli come supporto per spiegare le relazioni esistenti tra autismo e architettura?!

Sono nate così le stanze lego® che spiegano i rapporti esistenti tra autismo e architettura: la stanza rossa è quella sbagliata in cui una persona autistica si troverebbe a disagio, mentre la stanza blu è quella corretta dove sono stati risolti i problemi della stanza rossa!

Chi ha scritto oggi?

Giulia Franceschi, giovanissima Architetto: "Ho sempre avuto due grandi passioni: l’architettura e la medicina. Il mio obiettivo era solo uno, poterle coniugare. Volevo cimentarmi in un progetto utile, qualcosa che potesse migliorare la vita delle persone".

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